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fabiolacolagiacomo

Dottoressa, io non riesco a respirare

Come un fulmine a ciel sereno scatta il campanello d'allarme quando, di nuovo, sento questa frase. Ormai è sempre più frequente, e non può essere un caso, perciò ho deciso di approfondire. Non riesco a respirare. Da cosa siamo soffocati, dalle mascherine? Dalle notizie, dall'incertezza? Dalla consapevolezza tutta nuova di non avere a disposizione tutto il tempo che vogliamo?

Ma partiamo dal principio, da cosa vuol dire respirare.

Respiro e immetto l'ambiente esterno dentro di me, trasformandolo chimicamente in nutrimento necessario per la mia sopravvivenza. Respiro e lascio andare ciò che del mio ambiente interno è ormani non più necessario, perchè non più nutriente.

Allora io mi chiedo se siamo capaci di affidarci all'ambiente esterno. Se siamo sicuri che sarà nutriente, e che si prenderà cura degli scarti del nostro interno, con sufficiente premura e amore.

Mentre mi sto facendo queste domande e le lascio in sospeso, decido che devo giocare un altro metodo. Penso che il dato di fatto è che non mi fido di questo ambiente se ho difficoltà a respirare, e allora mi alleno a respirare meglio per affrontare periodi duri.

Non sempre si ha tempo per capire dove sta la ragione, ma comunque devo poter vivere e bene. Respiro riempiendomi di aria fino ai piedi, dal naso ai piedi.

E poi svuotandomi di tutta l'aria dai piedi alla bocca, usando il mio addome per far uscire tutto il fiato. I muscoli sono nostri amici. Spingono e allargano, fanno spazio. Ci fanno volare.

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